Le immagini che non t'immagini
Mi chiamo Luigi Maino, e non sono un fotografo professionista.
Mi è sempre piaciuto fotografare paesaggi ed architetture, meno le persone; fotografare le persone per strada mi imbarazza e in studio richiede una conoscenza, non solo tecnica ma anche dei soggetti fotografati, che al momento è al di sopra delle mie capacità.
Utilizzo molto spesso obiettivi grand’angolari anche spinti e, allargando sempre di più il campo inquadrato, sono arrivato quasi naturalmente alle panoramiche di 360 gradi.
Queste però sono difficili da fruire; l’ampiezza mal si adatta agli schermi ed alle stampe ed inoltre aprire una immagine circolare in un rettangolo non fa cogliere bene i rapporti fra le parti dell’immagine stessa.
Per questo mi hanno incuriosito le trasformazioni delle panoramiche a 360 gradi che tutti chiamano normalmente “Pianetini” e che sono, in termini più “tecnici”, trasposizioni di immagini in coordinate polari.
Trasposizione 360°
Ho cominciato studiando le tecniche di ripresa, i materiali, i software ed i workflow di elaborazione per ottenere risultati accettabili, dal mio punto di vista; a poco a poco ho scoperto il piacere di studiare luoghi, orari, inquadrature che mi permettevano di intuire già quale sarebbe stato il risultato finale. Molti luoghi li ho visitati, o rivisatati, appositamente per portarmi a casa “Pianetini”; in ogni viaggio, in ogni gita, cercavo di portarmi a casa qualche bella panoramica che poi dava, a volte più a volte meno, risultati soddisfacenti.
Le Simmetrie
Il problema delle foto panoramiche è che se non sono perfettamente “chiuse” a 360 gradi, una volta che si opera la trasformazione si nota uno sgradevole taglio nella giuntura fra la parte sinistra e quella destra della foto.
Una tecnica per ovviare a questo inconveniente è di operare una riflessione della foto in modo da avere una perfetta corrispondenza ottenendo così trasformazioni precise ed a volte piacevolmente simmetriche, che generalmente chiamo, per l'appunto, “Simmetrie”
Le Singolarità
Inoltre alcune foto singole (non panoramiche né riflesse) davano comunque un risultato accettabile, quando il taglio rientrava bene a far parte nella composizione, oppure quando, in post produzione, si riusciva a sfumarlo; queste immagini le chiamo generalmente “Singolarità”
Le Immagini che non t'immagini
Studiando e applicando queste tecniche su foto singole ho cominciato a capire quali foto erano più adatte per ottenere risultati soddisfacenti e quali dovevano essere le caratteristiche, i tagli di inquadratura, i colori ecc…
Inoltre, ho cominciato a vedere che gli “oggetti” che venivano prodotti erano immagini, assolutamente inimmaginabili nelle foto di partenza, che richiamavano qualcosa; da qui il titolo “Le immagini che non t’immagini”
Sono nate pertanto apposite raccolte per “Soggetto”, che si affiancano a quelle contenenti le panoramiche a 360 gradi, e le residue Simmetrie e Singolarità non classificabili come “Soggetti”
Tutto quanto è visionabile nelle gallerie:
360
Animali fantastici
Isole improbabili
Scudi
Falsi Rosoni
Way Out
Altre Simmetrie
Altre Singolarità
Dal realismo delle mie foto di paesaggi ed architetture, che spesso mi risultano banali, ho cominciando, guardandole con occhi diversi, ad arrivare ad immagini surreali che però sono spesso originali e per me più godibili; continuo a lavorare su queste immagini “di recupero”, come in un gioco a nascondino, nel quale in continuazione faccio tana a nuovi oggetti nascosti e li libero dal loro nascondiglio nel quale erano costretti.